[:it]Intervista al Vice Ministro Andrea Olivero[:]

[:it]Il convegno organizzato da Consorzio Monviso Agroenergia in collaborazione con FIPER lo scorso 23 febbraio dal titolo “Il contributo del settore Biogas per lo sviluppo e l’integrazione delle filiere agricole: quale futuro dopo la nuova Strategia Energetica Nazionale?” è stata l’occasione per discutere e confrontarsi tra le imprese agricole, le istituzioni e il mondo della ricerca sulle prospettive del comparto biogas e più generale sul ruolo delle bioenergie per il Sistema Paese. 

In questa sede è intervenuto l’on. Andrea Olivero Viceministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali-MIPAAF che ha rilasciato questa intervista per l’editoriale FIPER di marzo.

1. In qualità di Viceministro del MIPAAF, quale prospettiva futura sta immaginando per le aziende agricole che hanno investito nel settore del biogas?

Il contributo che il settore biogas agricolo ha dato in termini di servizi per l’ambiente è fondamentale nell’ottica di promuovere un’agricoltura sostenibile capace di aumentare la produttività delle imprese agricole e zootecniche sul mercato nazionale e internazionale. Il comparto agricolo rappresenta una vera e propria sfida a livello nazionale e europeo per realizzare fattivamente un’economia circolare, basata sull’integrazione delle filiere e sull’impiego dei sottoprodotti. 

Sostenibilità agricola significa anche impiegare fertilizzanti naturali derivanti dalla filiera biogas, quali ad esempio il digestato. L’agricoltura è continua innovazione e diversificazione; oggi più che mai le aziende agricole devono poter essere in condizione di competere e aumentare la propria produttività con un quadro normativo chiaro e duraturo che favorisca la diversificazione produttiva e la creazione di nuovi business a partire dall’impiego del calore in esubero, l’utilizzo dei sottoprodotti, la ricerca &sviluppo e la riconversione degli impianti a biogas esistenti. Il biometano può essere un ulteriore possibilità, laddove le condizioni geografiche e economiche lo permettano. Priorità dunque a Agricoltura, Alimentazione, Ambiente in una visione circolare in cui la produzione di energia è un mezzo e non il fine.

2. Per far fronte all’assenza delle bioenergie all’interno della Strategia Energetica Nazionale, quali passi intende intraprendere il MIPAAF per rimettere al centro dell’agenda politica il comparto delle biomasse/biogas?

Sarà priorità del Ministero che rappresento, riportare nell’agenda politica energetica il ruolo delle bio-energie e in particolare del biogas. Il ministro Martina condivide la necessità di non “emarginare” un settore sul quale il Governo ha investito molto, magari anche con una tariffa generosa. 1500 impianti a biogas agricolo attualmente in funzionamento rappresentano un’opportunità per il Sistema Paese e sin da ora è necessario interrogarsi sulle prospettive di questi presidi a fine incentivazione.  

Un cambiamento brusco di orientamento svilirebbe le filiere agro-energetiche sviluppatesi sul territorio e il relativo indotto economico. Il mondo agricolo non se lo può permettere, bisogna garantire il consolidamento delle filiere esistenti e il presidio territoriale! Abbiamo già avviato il confronto con il Ministro Galletti per riaprire la possibilità di sviluppare il biogas agricolo in un’ottica trasversale e non esclusivamente finalizzata alla produzione di biometano.

3. Il testo unico sulla riforma forestale è stato approvato la scorsa settimana presso le due commissioni, potrebbe indicarci i principali risultati? 

Il Testo unico è frutto di un lavoro di confronto e partecipazione pubblica durato 4 anni e riprende in gran parte un testo licenziato nel luglio 2015 dal Tavolo di settore “Foresta e legno” del MIPAAF. A mio avviso è un risultato importante per “smobilitare” la preziosa risorsa legno presente nei boschi italiani. Anche in questo caso così come per il biogas, la parola chiave è “sostenibilità”. 

Gestione forestale sostenibile significa “coltivare” il bosco, dimostrare ai non addetti ai lavori, che i boschi gestiti in modo sostenibile assolvono meglio le funzioni importanti per il Sistema Paese, quali prevenzione dalle frane e da alluvioni, l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico in generale. Bisogna ancora lavorare tanto sulla sensibilizzazione; il bosco non è un “museo” da preservare attraverso la mancata gestione, anzi proprio per la sua natura dinamica, necessita di continui interventi e prelievi, compatibilmente con la conservazione della biodiversità.

Altro tema strategico presente nel Testo Unico è dato dalla promozione dell’uso a cascata del legno, ovvero creare le condizioni per una maggiore sinergia e complementarietà tra la filiera produttiva del legname d’opera e la filiera energetica. Ricordo che l’Italia importa l’80% del legno dai mercati esteri, mentre solo il 25% dell’accrescimento dei boschi italiani viene utilizzato. 

Il bosco è una risorsa preziosa per la nostra economia e per il presidio del territorio; valorizziamola![:]

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